giovedì 6 marzo 2014

NOTTE DEGLI OSCAR 2014, VADE RETRO MORFEO.


ONLY THE BRAVE : "Solo i coraggiosi". Solo di coraggio può trattarsi, unito ad un po' d' incoscienza, una buona dose di curiosità e cinefilia, quello che spinge una persona che si trova a parecchi meridiani di distanza da Los Angeles a lottare con Morfeo e guardare, per intero, l'86esima edizione della cerimonia degli Academy Awards.
Tre lunghissime ore, o poco più (la prova più dura è stata quella di non cedere alla bestemmia durante l'ennesima ondata di spot pubblicitari), di diretta per la notte degli Oscar della scontatezza; proprio così, nessun colpo di scena, vittorie annunciate, almeno tra le categorie più importanti, il bel Leonardo Di Caprio ancora una volta a bocca asciutta, una delle poche certezze di questa vita, ormai... normale amministrazione.
La solita Degeneres tiene, sapientemente, le redini dello show, rappresentando una boccata d'aria tra le generalmente noiose premiazioni e i ringraziamenti di rito, talvolta tanto lunghi quanto banali e ruffiani. Tra una pizza ed un selfie (epico, record di tweet in sole due ore), tra una battuta irriverente ed una presa in giro degli attori, la Degeneres fa sentire troppo spesso la sua mancanza durante l'interminabile diretta. Insomma, Ellen si riconferma una certezza e, per quanto mi riguarda, seconda a nessuno nelle vesti di presentatrice.
Ma veniamo alle assegnazioni degli "Academy Award". Apre le danze il poliedrico Jared Leto che si aggiudica -meritatamente- il premio Oscar come "migliore attore non protagonista"  nel film "Dallas Buyers Club"; la sua innata sensibilità lo porta a tenere il miglior discorso della serata. Successivamente, è un continuo ripetersi di "Gravity", che, scatenato, porta a casa ben sette statuette (tra cui quella per gli effetti speciali e quella che vale ad Alfonso Cuaròn il titolo di "miglior regista"), dominando in tutte le categorie tecniche. Degno di nota è sicuramente il ritrovato, dopo ben quindici anni, trionfo italiano (e precisamente -sottolineo- napoletano), come "miglior film straniero", de "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino che, al di là dei gusti di ognuno, è senza dubbio un orgoglio per il nostro "cuore italiano" (ce l'ha Depardieu e non noi! Vergognamoci). La "migliore attrice non protagonista" per l'Academy è l'elegantissima e dolcissima Lupita Nyong'o per il film "12 anni schiavo", anche se, a mio modesto parere, avrebbe potuto vincere -senza che nessuno gridasse allo scandalo- anche Jennifer Lawrence (ma io sono di parte e prediligo lei e i personaggi sopra le righe), tra una caduta e l'altra, magari. La statuetta per la "migliore attrice protagonista", invece, se la aggiudica Cate Blanchett per la sua interpretazione in "Blue Jasmine"; anche questa una vittoria annunciata, nonostante le altre concorrenti fossero tutt'altro che facili da battere: basti pensare ad Amy Adams (American Hustle) -che io avrei preferito- , Meryl Streep (I segreti di Osage County) che non è umana, a Judi Dench (Philomena) o alla simpaticissima Sandra Bullock (Gravity). 
"12 anni schiavo" viene prevedibilmente eletto "miglior film", mentre il grande assente risulta essere l'acclamatissimo "American Hustle" che, pur avendo totalizzato ben dieci nomination, non riesce ad ottenere nemmeno un premio. Per quel che riguarda la categoria "migliore attore protagonista", dal momento che tra i potenziali vincitori c'è un tale Di Caprio Leonardo, quest'ultima catalizza tutta l'attenzione su di sè. Tutti si chiedono: riuscirà il nostro eroe ad acciuffare quella dannatissima statuetta? Sarà questa la volta buona? La risposta non tarda ad arrivare. And the Oscar goes to... Matthew McConaughey per "Dallas Buyers Club" ! Straordinaria la sua interpretazione in questo film, con cui l'attore si scrolla finalmente di dosso il marchio della commedia romantica, cui rischiava di rimanere legato a vita. Provaci ancora Leo!! No more gelatina, no more giacca e cravatta, ma soprattutto no more Scorsese! 



  I premi per la "migliore sceneggiatura non originale" e "originale" vanno rispettivamente a John Ridley per "12 anni schiavo" e a Spike Jonze per "Her". "Let it go" dal film "Frozen" vince nella categoria "miglior canzone originale", essendo preferita a "The moon song" di Karen O (Her), "Happy" di Pharrell Williams (Cattivissimo me 2) e ad "Ordinary Love" degli U2 (Mandela) ed è forse proprio questa la vittoria più inaspettata in una serata all'insegna della prevedibilità.
La cerimonia termina alle ore 6:00 (ora italiana), con la mia resa a Morfeo, non prima di esclamare " MAI PIU' !! ". Ma so già che non sarà così. Perchè, in fondo, cinefili e non, tutti siamo curiosi di vedere come vestirà Tizia o Caia, di sapere se BRANGELINA adotterà ancora, se Leo finalmente conquisterà l'ambita statuetta, se la Lawrence farà un altro dei suoi memorabili voli, se Meryl Streep continuerà a collezionare adorabili fermacarte a forma di omini dorati e nomination o, magari, siamo solo un po' masochisti e desiderosi di mettere alla prova la nostra tenuta psicofisica.


P.S. Devo dire che, per essere una venticinquenne, mi difendo ancora bene.
L'epico SELFIE della notte degli Oscar 2014.